Ballare può essere sicuramente un momento divertente per trascorrere una serata insieme ad amici ma lo sarà sicuramente di più se lasciamo trasportare il nostro corpo (e perché no, la mente?) da questa meravigliosa musica piena di vitalità e di carica esplosiva. Conoscere quindi alcuni degli strumenti che compongono gran parte delle “orqueste” latine ci aiuterà ad interpretare meglio quell’insieme di suoni che si chiama “MUSICA”!!! Questo capitolo infatti è stato creato appositamente per farvi conoscere questi strumenti e a farvi sentire come suonano.
È il “cuore” della musica latinoamericana. La clave è infatti uno deglistrumenti più antichi della musica usata fin dai popoli primitivi. Questo strumento tanto semplice tanto importante per la musica sudamericana è arrivato a Cuba, a livello musicale, con la nascita del son. I musicisti cubani di un tempo dicevano "sin clave no hai salsa" (se non c'è la clave non è salsa).
È composta da due pezzi di legno duro a forma cilindrica percossi l’uno contro l’altro e questa semplicissima percussione rappresenta la “pulsazione” ritmica su cui poggia l’intera orchestra anche dei nostri tempi. Possono essere di uguali dimensioni (clave cubana - Fig.1) o uno più grande dell'altro (clave africana Fig.2) scavato all'interno per produrre un suono più corposo e intenso.
Esistono molteplici maniere di suonare la clave ma quelli più diffusi sono tre: la clave 3/2 chiamata clave negra o clave di rumba, la clave 2/3 e la clave di rumba o chiamata anche clave bianca o clave di son.
Di seguito uno schema per rappresentare la struttura ritmica di questo strumento rispetto ai tempi della salsa:
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clave 2/3 |
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clave 3/2 |
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clave rumba |
CAMPANA
La campana è uno strumento che viene utilizzato per scandire il ritmo, questa viene tenuta in mano e viene battuta con una bacchetta in legno; è simile ad un altro strumento chiamato abanico, il quale viene posto al di sopra dei timbales
TIMBALES
I timbales è uno strumento musicale a percussione che assomiglia molto vagamente alla batteria ed è composto da due fusti metallici con rispettivamente una pelle sintetica. Quasi sempre i fusti hanno diametro diverso per permettere al fusto più grande di riprodurre un suono più grave. In aggiunta ai due fusti solitamente vengono aggiunti accessori quali campane, jam-block (clave), e piatti.
Il musicista di timbales più famoso di tutti i tempi è sicuramente Tito Puente.
La caratteristica dei timbales è che a parte essere suonati con delle bacchette sulle pelli si possono suonare anche sulla struttura metallica, che, in aggiunta ai vari accessori (campane ecc) può riprodurre una notevole varietà di ritmi.
CONGAS
Sono tre grandi tamburi di origine africana che si differenziano tra loro per le dimensioni: la più grande “tumbadora o tumba”, la media “conga o segundo” e la piccola “quinto”. Fin dai tempi antichi le congas erano costruite con la cassa armonica di legno e ricoperte in superficie da una pelle che percossa con le mani dal “conguero” emette un suono più o meno profondo. Nella musica cubana le prime tumbadoras furono utilizzate nelle comparsas (gruppi di carnevale) e venivano chiamate “tambures de conga”. Le orchestre possono utilizzare queste percussioni nelle diverse composizioni: - solo il “quinto” per gli assoli o per improvvisazioni - conga + tumba - conga + quinto - tumbadora + conga + quinto - tumbadora + 2 conga + quinto Molti produttori oggi costruiscono delle ottime congas in fibra di vetro per rendere il lavoro di musicista un po’ meno “pesante”.
BONGO
Sono due piccoli tamburi di origine africana creati in terra cubana. Si ricavano scavando dentro un pezzetto di tronco d’albero che veniva svuotato e poi ricoperto con un pezzo di pelle ben tesa. Alti circa 20cm i due piccoli tamburi sono quasi uguali: quello più grande si chiama “hembra” (femmina), il più piccolo “macho” (maschio). Sono uniti tra loro in origine da un pezzo di legno madera e si suonano tenendoli fra le ginocchia e percuotendoli con le dita e con il palmo delle mani e a seconda di come e dove si tocchi, questo potente quanto rustico oggetto ha la qualità di produrre un suono molto caratteristico. Nei primi gruppi di Sòn la funzione e l’importanza dei bongò sono state notevolissime in quanto in assenza della conga e dei timbales la percussione era affidata proprio a loro. Come per le congas anche i bongos possiamo trovarli costruiti in diversi materiali come dimostrano le seguenti foto.
GUJRO
Secondo alcune fonti il guijro era utilizzato già dalle popolazione indigene originarie (Indios) nel periodo pre-Colombiano, secondo altre invece è uno strumento di origine africana (bantù), proveniente dal Congo. Si tratta di uno strumento popolare a percussione, costruito con il guscio duro (praticamente corteccia) di un frutto svuotato (una specie di zucca). Nella parte esterna della corteccia-guscio vengono scavati dei solchi paralleli e si suona facendo scorrere su di essi una bacchetta “raspando” come su una grattugia. In effetti a scriverlo fa un po’ ridere ma in realtà il guijro ha un suono molto tipico che riempie, arricchisce e caratterizza il tessuto musicale.
Negli ultimi anni si può trovare in commercio un gujiro “moderno”,
chiamata Gjira, costituito da un involucro di metallo anziché del classico legno che apparentemente assomiglia molto ad una vera e propria “grattugia” per il formaggio…
TRES
Questo strumento è nato come adattamento popolare dell’epoca di strumenti di ferro a corde popolari spagnole. Si narra inoltre che il tres più antico era fatto con casse rettangolari di baccalà e suonato con il plettro dai lavoratori afrocubani dei porti. Via via il tres si evolse diventando un oggetto di raffinato artigianato e prese la forma ingrandita di un mandolino (simile ad una pera). La sua caratteristica è quella di avere sei corde raccolte in tre gruppi da due corde ciascuno.